La funzione del
consultorio è di offrire sostegno ed orientamento nelle aree
dell’autoformazione e della crescita dell’individuo, della coppia, della
famiglia, e di favorire l’educazione alla salute e all’igiene mentale.
Presso
il Centro di Psicosintesi sono presenti psicologi e psicoterapeuti aventi
un’adeguata formazione psicosintetica. L’utente può usufruire di un
incontro gratuito su appuntamento.
E’ possibile richiedere
incontri informativi e di orientamento sulle attività di gruppo, consulenze
psicologiche e colloqui di psicoterapia individuale e di coppia.
Lingue parlate:
italiano, inglese, francese.
IL
SERVIZIO DI CONSULTORIO è attivo sia in sede (via san Gervasio 4), previo
appuntamento telefonico, sia su videochiamata.
PSICOSINTESI IN GRUPPO: il mercoledì
I gruppo: ore 1800 - 1950
II gruppo: ore 2030 - 2220
Il gruppo è un catalizzatore, un acceleratore dei processi di apprendimento
e trasformazione interiore. Lo stesso R. Assagioli credeva che la Psicosintesi
dovesse occuparsi dei gruppi e delle preziose dinamiche che vi si creano. Nella
nostra esperienza la Psicosintesi di gruppo risulta spesso molto utile e
complementare rispetto a percorsi di psicosintesi personale.
Il gruppo ha cadenza quindicinale e consente di sperimentare metodi e
tecniche psicosintetiche per l'analisi e la trasformazione delle proprie
dinamiche interiori.
(Il seguente articolo e'
estratto da PSICOSINTESI UN "NUOVO" METODO DI
CURA, articolo pubblicato su Rivista di Psicosintesi Terapeutica, anno
XIII, n. 25, scritto da Alberto Alberti (medico neuropsichiatra e
psicoterapeuta, diretto allievo di R. Assagioli).
Voglio cominciare
prendendo spunto dalle parole di un mio giovane paziente di tanti anni fa:
"Dottore, voglio
essere curato, non con le medicine, ma con l'amore e con la gioia". (...) Cosa mi
stava dicendo con queste parole? Sostanzialmente tre cose:
1) L'amore e la gioia
sono sentimenti spirituali. Questo paziente mi stava dicendo che la
sua malattia non era soltanto fisica e neppure solo psichica. Mi stava
comunicando che il suo disturbo era più intimo e che aveva radici profonde. Si
trattava insomma di una malattia dell'anima.
2) Il giovane paziente
mi stava dicendo anche un'altra cosa: la sua era una malattia da carenza.
La gioia e l'amore gli erano mancati, perché pur avendoli avuti, li aveva poi
perduti (o gli erano stati tolti) o forse perché non li aveva mai veramente
avuti, ma solo intravisti da lontano.
3) Infine mi stava anche
dando suggerimenti sulla cura per la sua malattia: amore e gioia. La cura
assumeva le caratteristiche di una terapia sostitutiva. Una malattia da carenza
non poteva che essere curata con la somministrazione di ciò che era assente e
mancante, in questo caso appunto mediante sentimenti spirituali.
Da quest'ultimo punto
possiamo trarre stimolo per una prima importante riflessione sull'uomo
terapeuta, che non deve essere soltanto un raccoglitore di sofferenza, ma ha
anche il compito più specifico di saper andare oltre, si da essere
un portatore di gioia. Non solo, egli deve essere anche uno scopritore
della gioia segreta dell'uomo paziente, rendendo visibile la sua gioia
interiore, nascosta ma sempre presente sotto le cicatrici delle ferite
ricevute. Questo giovane paziente non mi stava invece dicendo – ma ciò era
evidente – che la malattia aveva avuto esiti e ripercussioni sulla
personalità.(...) La sua allora era una malattia dell'anima, ma anche una
malattia della personalità. Ecco un aspetto specifico dell'ottica
psicosintetica. Ogni patologia, pur prendendo inizio in una parte dell'essere
umano (corpo, emozioni, mente, volontà, anima), si estende poi a tutti gli
altri aspetti e dimensioni, investendo totalmente la persona e la personalità.
Pertanto anche la terapia non potrà che essere integrale, e indirizzarsi a
tutti gli aspetti dell'individuo.La cura allora (...) procederà su due fronti:
a livello della personalità e a livello del Sé o anima. (...) L'uomo è un
esserci dinamico che si muove, che procede, che cammina. La mèta del cammino è
di attuare la specifica umanità. L'uomo ha il compito di diventare
"uomo" nel senso più pieno e compiuto della parola.(...) Questo processo
di umanizzazione consiste nel diventare un essere umano completo, compiuto e
animato: completo (corpo, emozioni, pensiero e
volontà); compiuto (con le potenzialità umane attuate al massimo,
cioè mature); animato (vivo, vitale).
Ma l'uomo spesso incespica,
inciampa in questo percorso, si ferisce e viene ferito, si fa male, cade e dura
fatica a rialzarsi. A volte non ce la fa da solo, per cui ha bisogno di un
aiuto esterno. A volte si lascia andare, scivolando nella patologia; si ferma
per la paura di procedere, di crescere, di maturare. Ha timore di farsi male di
nuovo, di essere di nuovo ferito, e si costruisce una specie di buca
patologica, che diventa tutto il suo mondo.
L'uomo terapeuta ha il
compito di avvicinarsi all'uomo paziente nel punto dov'è caduto e poi si è
fermato:
1) si pone accanto a
lui, per non farlo sentire solo (cura della solitudine)(...). Il problema
principale delle malattie sembra essere, più che la sofferenza, la solitudine
nella sofferenza;
2) accoglie, riceve in
parte la sofferenza del paziente e la condivide per alleviarla (cura della
sofferenza);
3) procede oltre la
sofferenza, per raggiungere la gioia nascosta del paziente, che fu a suo tempo
mortificata, la evoca, la conferma, la condivide (cura della gioia);
4) entra in comunione
tramite il proprio Sé col Sé del paziente, rianimandolo ed evocando in lui la
volontà di rialzarsi e riprendere il cammino interrotto (cura dell'anima);
5) gli mostra una
visione positiva della vita e pone in relazione sofferenze e gioie con
l'universalità della vita (cura del significato). Poiché la sofferenza è
inevitabile nella vita, è importante riuscire a darle o trovarle il giusto
significato.
(...)
La malattia è una
forma di disarmonia tra la personalità e l'anima.(...) La cura è una
ricomposizione di umanità, che avviene a livello della personalità mediante una
restituzione di coscienza e di volontà, ed una ristrutturazione della
personalità (integrazione e maturazione), ed a livello dell'anima mediante la
restituzione di sentimenti vitali.
Entrambi questi processi si realizzano attraverso
la relazione terapeutica.